INTERNAZIONALIZZAZIONE E I COSTI DEI SERVIZI LOGISTICI
Quando le aziende decidono di completare la propria struttura organizzativa sviluppando un vero e proprio sistema logistico, devono spesso affrontare un percorso nuovo e insidioso per giungere alla definizione ed implementazione di un efficiente processo di gestione e movimentazione delle merci da distribuire.
Tale percorso, a volte percepito marginalmente dalle aziende manifatturiere, comporta un grandissimo utilizzo di risorse interne che potrebbero essere impiegate invece nel core business; questo sforzo, oltretutto, non sempre garantisce il raggiungimento di elevati livelli di efficienza.
Partendo da questa semplice considerazione, le aziende, negli ultimi anni, nel tentativo di ricercare costi di gestione più vantaggiosi, maggiore flessibilità operativa, livelli di qualità del servizio crescenti, hanno avviato un processo di terziarizzazione della logistica distributiva (outsourcing) permettendo lo sviluppo di realtà, anche di grandi dimensioni, operanti specificatamente nel campo della logistica (operatori logistici).
Od oggi esiste ancora una accentuata carenza di dati ufficiali in merito al dimensionamento di questo fenomeno; può quindi essere interessante procedere ad una quantificazione di tale mercato con procedure indirette considerando i costi che ciascun attore sostiene per la movimentazione delle merci.
In base a tali considerazioni la ELA – AT Kearney ha calcolato un’incidenza media dei costi di logistica sul fatturato delle singole aziende, pari al 10% (tale valore risulta varabile se calcolato all’interno di ogni singolo settore.
Possiamo quindi affermare che l’outsourcing rappresenta uno degli strumenti manageriali, di carattere tattico e strategico, che hanno conosciuto la maggiore espansione nel corso degli ultimi anni.
Il tutto nasce, in sostanza, dalla presa di coscienza, da parte di molte aziende, che alcune delle attività svolte all'interno di esse potrebbero essere affidate ad un partner esterno ottenendo così vantaggi economici ed organizzativi.
I costi e la loro valutazione
Affrontare un processo di outsourcing dei servizi logistici si significa però porsi un problema di carattere tecnico ed operativo: quanto costa l’outsourcing? Quali e quanti servizi posso effettivamente terziarizzare?
Nella nostra esperienza ci accorgiamo che tradizionalmente il ricorso da parte di un numero sempre crescente di imprese all'outsourcing è motivato principalmente dalla necessità di ridurre i costi fissi aziendali legati ad alcune attività specifiche della logistica.
Questo non deve essere però l'unico motivo che porta l'impresa a valutare l'opportunità dell'outsourcing. Un’efficiente operazione di outsourcing si basa su profonde ed attente considerazioni di carattere strategico tendenti a concentrare le proprie attività nelle aree in cui l'azienda costruisce il proprio vantaggio competitivo.
Questo vantaggio competitivo deve essere poi condiviso con i fornitori o il fornitore dei servizio di outsourcing; è necessario conseguentemente abbandonare l’idea di scegliere un partner solo attraverso la logica dell’offerta del servizio con prezzi al ribasso.
Nella valutazione di un fornitore bisognerà fare moltissima attenzione ai cosiddetti gost costs (costi occulti): se attraverso l'outsourcing l'azienda può infatti aumentare la propria flessibilità, snellire l'organizzazione ed aumentare la capacità produttiva, ottenere una consistente riduzione dei costi fissi aziendali, d’altra parte bisogna fare attenzione a che non si manifestino una serie di costi che l’azienda sostiene convinta di non sostenere (fenomeno molto presente nelle errate terziarizzazioni della voce trasporti e spedizioni).
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Un progetto di outsourcing deve garantire la trasformazione di molti costi fissi in costi variabili; è necessario quindi valutare non solo i puri costi di acquisizione del servizio, ma soprattutto capire l’entità dei risparmi che sono legati a tutte quelle attività che a seguito della terziarizzazione saranno completamente rinnovate o affidate a terzi. Ad esempio una contemporanea riduzione delle scorte ed un aumento della disponibilità delle merci ottenibile in particolare nell'ambito dei distretti industriali o delle filiere nelle quali le merci possono essere considerate simili o sostituibili.
Nella decisione di terziarizzare alcune attività logistiche non bisogna dunque scegliere il partner e decidere la lista dei servizi; bisogna invece conoscere in modo perfetto la propria tabella del “bording cost” dei singoli servizi.
Molte volte un numero sempre maggiore di aziende tende a scegliere, come proprio 3PL (Tirth Party Logistics) per l’outsourcing dei propri processi logistici, solo quei servizi che qualche società offre. Questi servizi vengono scelti perché si paventa un risparmio, ma poi alla fine non si riesce a raggiungere l’obiettivo preposto.
Si può e si deve quindi ridurre i costi potendo usufruire di maggiori economie di scala raggiungibili dal nuovo partner ed appropriarsi quindi di un know-how più approfondito sui processi logistici e nello specifico di servizi che magari l’azienda utilizza e non ha mai pensato di esternalizzare.
Conoscere il costo significa dunque quantificare il risparmio potenziale dell’operazione di outsourcing. Le dinamiche della formazione del costo vanno conosciute in modo analitico: si possono così trasformare molte voci della logistica da voce di costo a voce di guadagno e quindi non solo di risparmio.
Ma vediamo in dettaglio quali potrebbero essere alcuni voci di terziarizzazione dell’attività di logistica al fine di fornire un’indicazione sui costi da prendere in considerazione nella propria filiera logistica.
Partiamo da quello che si definisce inbound Logistics:
ØGestione della Supply Chain secondo i modelli logistici adottati dai propri clienti;
ØGestione ed ottimizzazione del milk round: integrazione nella propria rete della raccolta dai fornitori, del trasporto presso i magazzini intermedi, della gestione e trasporto degli imballi a rendere
ØReverse logistics;
ØGestione dei centri di raccolta;
ØGestione dei magazzini e di tutte le attività logistiche interne:
ØRicezione materiali (carico e scarico)
ØStoccaggio
ØGestione inventariale
ØPreparazione ordini
ØSpuntatura
ØConfezionamento
ØEtichettatura
ØSequenziamento
ØAsservimento alle linee di produzione
ØGestione amministrativa
ØKitting e sub assembling: preparazione di componenti semilavorati per snellire il processo produttivo e diminuire gli ingombri lato linea;
Se analizziamo invece la cosiddetta outbound logistics avremo tutte quelle attività legate alla fase di trasporto e quindi:
ØTrasporto primario: dai punti di origine ai magazzini di distribuzione;
ØGestione dei magazzini di distribuzione centrali;
ØTrasporto secondario (distribuzione locale): dai magazzini di distribuzione ai clienti finali/magazzini intermedi attraverso la gestione dei centri di distribuzione locali;
ØRiverse logistics: gestione degli imballi a rendere e delle parti rese in garanzia
Per la fase, sempre più importante, definita “Customer Care” abbiamo infine:
ØGestione resi
ØGestione parti in garanzia
ØGestione Call Center
Osservazione
La gestione fisica del magazzino, il confezionamento, la movimentazione interna delle merci, incidono notevolmente sull'insieme dei costi aziendali ed influiscono molto sull'andamento globale dell'impresa.
Potere contare su operatori esperti che utilizzino macchine per il sollevamento merci a norma delle leggi italiane e delle direttive comunitarie, significa non solo aumentare l'efficienza aziendale nel suo complesso ma anche porsi al riparo da incidenti.
Gli incidenti sul lavoro sono spesso dovuti all'impiego di personale occasionale e non addestrato all'uso di macchine per la movimentazione delle merci. Affidarsi a chi si improvvisa significa, il più delle volte, non solo ottenere bassi rendimenti ma anche correre gravi rischi e perdere in pochissimo tutto quello che si è investito e cadere a volte in una sorta di punto di non ritorno che implica comunque un maggiore esborso e quindi un fallimento del processo di outsourcing.
Il primo consiglio
Quando si affronta un progetto di outsourcing è bene effettuare un attento project work che consenta di delimitare i confini di un’area aziendale spesso non ben definita precisandone tutti i costi connessi.
Ciò consentirà anche una migliore integrazione delle diverse “parti delle logistica” che, a sua volta, è fondamentale per due specifiche ragioni:
1. Le scelte effettuate in una certa area di attività logistica impattano su tutte le altre aree (trade-offs)
2. Il potenziale di efficienza insito nella logistica come totalità delle attività che la compongono è estremamente elevato
Il fondamento del concetto di logistica integrata è rappresentato dalla minimizzazione del costo totale delle attività logistiche viste nel loro complesso, dato un obiettivo di livello di servizio da garantire.
Il secondo consiglio
È possibile suddividere i costi logistici in 5 grandi gruppi:
1. Costi di mantenimento delle scorte
2. Costi di magazzinaggio
3. Costi di trasporto e distribuzione
4. Costi inerenti i lotti
5. Costi di processazione ordini e dei sistemi informativi
La riduzione di tali costi deve essere perseguita non solo attraverso una logica di puro risparmio matematico ma nella prospettiva di creare valore aggiunto al core business dell’azienda.