COME E PERCHÉ INIZIARE AD ESPORTARE 4/4

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COME E PERCHÉ INIZIARE AD ESPORTARE 4/4

I rischi

L’internazionalizzazione non e una scienza assoluta, ci sono mol­tissime variabile che sul nostro cammino ci fanno prendere deci­sioni diverse da quelle iniziali e quindi bisogna imparare a sapere rendere il percorso di espansione più tranquillo possibile.

Per mettere in pratica questo so­no necessari adeguate risorse umane e intensa formazione.

L’analisi interna, indicherà quali e quante persone si dovranno in­serire nella struttura aziendale, ma in linea generale, bisogna te­nere a mente che per affrontare l’internazionalizzazione sono in­dispensabili risorse umane con esperienza specifica delle procedure import export e non solo con una competenza lingui­stica. Non e sufficiente solo co­noscere la lingua cinese per en­trare nel mercato in Cina.

Le persone vanno sempre forma­te: acquisire personale da azien­de concorrenti o di altro settore merceologico, potrebbe essere un primo passo, ma poi va sem­pre verificato che le risorse, che si introducono in azienda siano capaci di adattare la loro espe­rienze alle esigenze specifiche del processo di internazionaliz­zazione. Va sempre ricordato inoltre e sottolineato che le com­petenze si acquisiscono tramite un intenso percorso di forma­zione e non solo attraverso qualche corso e magari di poche ore perché non si ha tempo.

La formazione eroga competen­ze, fornisce conoscenze, che poi devono essere trasformate in ca­pacita ovverosia in prassi che vanno sotto il nome di norme e procedure. Potremmo anche non essere d’accordo con questo in­vito, ma la formazione nei paesi esteri e più all’avanguardia ri­spetto a quella italiana.

Fare formazione potrebbe servi­re non solo a se stessi per cre­sce, ma anche per capire come si muove e meglio ancora come si muoverà in futuro il nostro mer­cato di riferimento.

La formazione

La formazione sui temi di inter­nazionalizzazione non e più pio­nieristica in Italia. Possono esse­re seguiti percorsi di formazione di tipo generale oppure specifici contenuti perché c’è una grande evoluzione dei temi trattati. Questa evoluzione ci e necessa­ria sia per la formazione conti­nua delle risorse sia per saper utilizzare le informazioni che sa­ranno sempre indispensabili. Tramite la formazione si entra a conoscenza degli enti pubblici che possono aiutare della scelta dei paesi di penetrazione com­merciale, si saprà come ad attin­gere a denaro pubblico a tasso agevolato che potrebbe essere di supporto per l’equilibrio aziendale.

La formazione serve per capire quali competenze devono essere all’interno dell’azienda e quali in­vece sono quelle che posso attin­gere, dall’esterno «on demand». Se si deve sottoscrivere un con­tatto di agenzia, si deve sapere cosa firmare e si deve conoscere a chi chiedere un primo aiuto, un primo parere e poi magari una consulenza vera e propria.

Se si considera tutto questo troppo oneroso o difficile e quin­di si pensa che la firma del con­tratto vada fatta senza precau­zioni, si sono semplicemente au­mentati i rischi, perché anche se si avrà firmato la cosa giusta, non sapremo cosa in realtà com­porta quella firma fino in fondo. Le risorse e la formazione, poi so­no gli elementi che uniti, permet­tono di fare il passo successivo.

Redazione di un piano

Stiamo parlando della redazione di un export business plan: il primo passo operativo dichiara­tamente indispensabile.

L’export business plan non e as­solutamente un attività teorica, accademica e poco redditizia.

E anzi il contrario di tutto ciò), serve a capire in quali mercati si può iniziare la propria pene­trazione commerciale, e si capi­ranno anche i meccanismi di ve­rifica di tale penetrazione. Questo lavoro permette di evita­re improvvisazioni, azioni spora­diche e forse una dispersione geografica che può dare fiducia, ma che può anche rivelarsi poco redditizia. L’azienda che inizia questo nuovo percorso, da subi­to, deve avere una sorta di cru­scotto sul quale poter leggere non solo gli indicatori dello svi­luppo dell’internazionalizzazione dell’impresa, ma anche la dimen­sione di tali indicatori.

Questo documento da chi viene compilato?

Se fosse affidato totalmente a consulenti o organizzazioni ester­ne, si commette un errore grave. Dall’esterno può arrivare solo un indicazione, una guida, un me­morandum, mentre la redazione va realizzata all’interno, perché saranno le risorse umane azien­dali, che insieme alle competen­ze acquisite con esperienza e formazione, saranno in grado di costruire un piano di marke­ting, un piano finanziario, un piano operativo in grado di decidere i passi da compiere negli anni futuri.

Questo documento permetterti di capire, in sintesi, dove andare, cosa vendere, a quale prezzo, co­me incassare, il sistema di tra­sporto più idoneo e come tute­larsi versi i vari rischi.

Ma non solo si potranno anche individuare tutte quelle forme di presenza sui vari mercati mondiali che non sono solo quel­li descritti all’inizio del nostro in­tervento. L’azienda che inizia a muovere i primi passi nei merca­ti globali, può e deve pensare a tutte le quelle forme di presenza nei vari punti della Terra.

La programmazione aziendale delle attività, proiettate sempre nei tre anni futuri, ha come obiettivo il supporto del proces­so di espansione attraverso la definizione di percorsi di inter­nazionalizzazione di lungo perio­do, a supporto della definizione di strategie di import ed export. Si tratta di precedere, ricercare e forse promuovere forme avan­zate di internazionalizzazione, come la cooperazione commer­ciale, industriale e tecnologica, la ricerca di partnership, la crea­zione di diverse joint-venture, insediamento produttivo, coope­razione nelle attività di R&S, tra­sferimento tecnologico, lo sfrut­tamento dei marchi e brevetti, la presenza in specifici mercati tra­mite la presenza di resident ma­nager.

L’azienda deve quindi studiare ed eventualmente garantire continuità a tutte le forme di inter­nazionalizzazione tramite la loro migliore definizione e imposta­zione strategica.

Tutto questo richiederà comun­que di utilizzare eventuali cor­rettivi a miglioramento del per­corso di espansione: e necessa­rio un approccio metodologico basato su consapevolezza e co­noscenza. La concorrenza, re­pentini cambiamenti degli ele­menti di geopolitica, i vari scena­ri di guerra, Paesi che crescono molto più velocemente di altri, consapevolezze e responsabilità sociale, ed altre componenti stanno cambiando molto più ve­locemente, rispetto al passato, gli scenari della globalizzazione.

 Questo spinge ad essere sempre più presente nei mercati interna­zionali, ma con consapevolezza, mete chiare e valutazione dei ri­schi, senza dimenticare di porsi obiettivi almeno a breve e medio termine.

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